UN LAVORO MUSICALE CON CANTI POPOLARI E BRANI D’EPOCA PRESENTATI NELLA SEDE DELL’ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE DI FIRENZE.
La Filarmonica “Gioachino Rossini” di Firenze ha celebrato il Milite Ignoto con l’album “Milite Ignoto, Cittadino d’Italia” inserito nel fitto calendario delle celebrazioni del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria (Roma, 4 novembre 1921-2021). Nei giorni scorsi presso la sede dell’Istituto Geografico Militare è stato presentato l’album musicale realizzato dalla Filarmonica fiorentina.
Si tratta di un progetto istituzionale supportato dal Ministero della Difesa e sostenuto dalla Camera dei Deputati e, come sottolineato dal Presidente dell’Associazione delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, Generale dei Carabinieri Rosario Aiosa,
dagli oltre quattromila Comuni italiani che hanno conferito la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Erano presenti alla presentazione del lavoro musicale il presidente del consiglio comunale di Firenze, Luca Milani,
il Generale Pietro Tornabene, comandante dell’Istituto Geografico Militare che a sede a Firenze,
il Generale Rosario Aiosa, il consigliere comunale di Firenze Massimo Fratini il Maestro Giampaolo Lazzeri, presidente nazionale dell’ Associazione Bande Italiane Musicali Autonome e direttore della filarmonica “Gioacchino Rossini”.
Grande entusiasmo e soddisfazione nelle parole del Generale Rosario Aiosa: -<Sono ancora vive nella mia memoria – sottolinea l’ufficiale dei Carabinieri – le emozioni artistico-patriottiche che ho provato assistendo, dal vivo, a questo bellissimo e coinvolgente spettacolo musicale. Sono quindi particolarmente lieto che il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia abbia avuto l’opportunità di poter contribuire alla realizzazione dell’audio-card pubblicata, che consentirà a tante altre persone di ascoltare questa musica e condividere i sentimenti che ci hanno accumunato e che ancora ci affratellano nella volontà di onorare, nel Milite Ignoto, tutti i Caduti per la Patria>.
-<Con la Filarmonica Rossini che dirigo da molti anni – aggiunge il Maestro Giampaolo Lazzeri – abbiamo condiviso e sposato fin da subito l’importanza e la rilevanza della celebrazione del centenario perchè siamo oggi ancor più certi che memoria e consapevolezza della nostra Identità nazionale ci aiutano a costruire il futuro>.
Il concerto svoltosi all’Istituto Geografico Militare, restando nel campo della più stretta attualità, ha ribadito il sostegno ai valori fondanti della Repubblica e la ferma rinuncia alla violenza, a favore di un dialogo di fratellanza e solidarietà fra i popoli. Il programma presentato dalla filarmonica fiorentina ha sottolineato anche la portata civile della manifestazione: canti popolari e famosi brani d’epoca, interpretati con una strumentazione misurata e intensa, musica evocativa dal repertorio moderno, appositamente composta per banda. Non solo inni militari e canti di montagna, quindi. Il primo conflitto mondiale, la “grande guerra” – dice ancora il Maestro Giampaolo Lazzeri – ci ha lasciato in eredità anche musica scritta da autori della nascente canzone italiana. Motivi che divennero popolari ovunque, non solo sui campi di battaglia. Basti pensare all’immortale “Leggenda del Piave”, scritta dal paroliere e compositore napoletano Giovanni Ermete Gaeta (1884-1961) con lo pseudonimo di E.A. Mario,
autore anche di famose canzoni tra cui “Tamurriata Nera”, a Caporetto, in una sola notte, colonna sonora dei nostri soldati fino alla vittoria del 4 novembre. Quel fiume Piave
considerato un essere vivente come in una storia, quattro strofe senza ritornelli, testo semplice, che tutt’Italia cantava.
Fu l’unica musica autorizzata a rompere il silenzio assoluto prescritto al passaggio nelle stazioni ferroviarie del convoglio che trasportava il Milite Ignoto. Come non ricordare – continua Lazzeri – i veneti e friulani fuggiaschi, riparati in Toscana. Fra loro Arturo Zardini, poeta e musicista di Pontebba (Udine), terra di frontiera.
Sul tavolo di una locanda vicino al mercato del porcellino di Firenze compose il famoso brano per coro “Stelutis Alpinis” come ricorda una lapide di marmo posta dall’associazione Fogolar Furlan. Un capolavoro di poesia e preghiera per narrare il dramma quotidiano di un popolo in guerra, la morte di un proprio caro. La canzone fu eseguita per la prima volta da un improvvisato coro di profughi friulani, accompagnati al pianoforte dalla signora Pia Borletti Nassimbeni. Da sempre la musica ha accompagnato i soldati, una vera e propria ancora di sopravvivenza nei campi di battaglia e tra le rovine. Quando l’Italia entrò in guerra, il 24 maggio 1915, l’interventista poeta Giuseppe Ungaretti
si arruolò volontario nel 19° Reggimento fanteria sul Carso. Alle sue poesie si ispira il quadro musicale della grande guerra di Franco Arrigoni, intitolato “Come d’autunno”, per banda e voci soliste che descrivono quella vita aspra delle trincee, tra uomini del Sud e del Nord, di quell’Italia che per la prima volta era unita e si riconosceva come Nazione, contro lo straniero,
e che pochi anni dopo si ritrovava, nuovamente unita a rendere omaggio al “Soldato Ignoto” nel suo doloroso viaggio. La nostra Storia – conclude il presidente dell’Anbima – si fa memoria e attraverso la nostra musica si scopre un mondo di insospettata complessità e ricchezza. Ma, soprattutto, di speciale umanità raccolta nell’album musicale. -<Nell’era digitale, dove l’apparire diventa fondamentale e quasi ossessivo – aggiunge Luca Milani presidente del consiglio comunale di Firenze – assistiamo alla commemorazione di una figura neutra, un uomo senza un volto e senza una voce, quasi un controsenso si potrebbe pensare. Ma quella figura cosi iconica per la nostra Patria dev’essere resa ancor più attuale perché rappresentativa di valori che oggi più che mai devono essere trasmessi e ricordati. Quel milite ignoto rappresenta tutti i morti in guerra. E’ stato uno di noi, padre, fratello, marito, figlio, uomo che ha stretto mani, incrociato sguardi e dato abbracci ai propri figli, e purtroppo non è tornato a casa. Dobbiamo ricordare ai nostri giovani che la figura anonima senza volto ha invece il volto di ogni uno di noi. In un momento storico cosi importante riportare l’attenzione su tutti coloro che stanno combattendo per la propria Patria deve essere la priorità per la politica ma anche per la Scuola, una Scuola che ascolta il cambiamento e lo attualizza ai moderni strumenti dei quali i giovani dispongono. Il milite ignoto deve suscitare curiosità deve spingere i ragazzi a trovare una storia, a cercare nella memoria collettiva di famiglia un episodio di quella guerra che inevitabilmente è passata attraverso tutte le famiglie italiane. Ascoltare e ricostruire – conclude Milani – tramandare e insegnare, soltanto cosi i valori rimarranno ben saldi e radicati dentro ognuno di noi>.
Mimmo Quarta