Non è facile spiegare che cosa, in effetti, è una banda musicale. Anche andando a cercare sul dizionario non si può ottenere risposta esaudiente e questo semplicemente perché la banda va oltre ogni concetto puramente descrittivo. Per definizione, è un complesso composto da strumenti a fiato e strumenti a percussione. L’immagine della banda non si può illustrare con una semplice formula che ne dia spiegazione. Essa è quel suono che si sente da lontano e che, a poco a poco, si avvicina: è festa. È quella situazione lontana dal classico palcoscenico perché, invece, entra in una dimensione più quotidiana e informale. Il potere della banda di agire, portare le persone al movimento, è da identificare nel ruolo significativo che l’arte dei suoni ha avuto nell’evoluzione umana, sia come regolatore delle funzioni biologiche, sia per le capacità di permettere la coordinazione collettiva di un’attività. La musica è il mezzo che, durante il periodo di isolamento dovuto al Coronavirus, come un richiamo ancestrale, ha riunito le persone sui balconi di casa cercando, in questo modo, di ritrovare un senso di comunità. Ciò è accaduto anche a livello virtuale, senza però riuscire a ricreare veramente quel momento in cui si fa musica insieme. La banda rimane oggi uno dei pochi momenti in cui la musica può davvero essere vissuta in modo pratico e collettivo e, finalmente, dopo tutte le restrizioni, più o meno stringenti degli anni passati, adesso si può tornare alla normalità, ad assaporare nuovamente i profumi e i sapori delle feste popolari: le bancarelle coi prodotti tipici, le processioni in onore del Santo patrono e la banda musicale, che arriva nelle piazze sfilando e allieta tutti i presenti con le marce sinfoniche e con l’esecuzione dei pezzi di musica classica, operistica e non, in cassa armonica. Negli ultimi anni vi è, però, la tendenza ad attribuire alla banda un ruolo errato, e cioè che sia un complesso musicale di serie B e che coloro che si dedicano alla sua riuscita sonora non siano più che semplici amatori, ignari, e anche privi, di una reale maturità espressivo-musicale e di una effettiva professionalità. Occorre specificare che, spesso, la partecipazione della banda a questi eventi di carattere popolare viene concepita e abbinata ad una forma minore di fare musica, che fonda la propria performance per lo più su trascrizioni e arrangiamenti del repertorio lirico-sinfonico che la banda esegue facendola passare per la brutta copia dell’esecuzione di un’orchestra. In molti ignorano, però, tutto quello che c’è dietro ad ogni singola esibizione del complesso bandistico. Il pubblico delle bande è quello delle piazze, ampio ed eterogeneo. Tanti si fermano ad ascoltare la banda sol perché di passaggio e non perché, come accade a teatro, si è prenotato e pagato, con largo anticipo, un biglietto. Anche se la musica, oggi, ha un ruolo sociale importantissimo, paradossalmente, è scarsamente vissuta. C’è una crisi generale dell’espressione sonora, evidenziata in modo ancora più marcato nell’ambito della musica classica e operistica, ossia il campo d’azione dei complessi bandistici. L’educazione all’ascolto è pressoché inesistente. Ed ecco che, allora, l’intera banda musicale, insieme al Maestro direttore, si trova a doversi esibire in situazioni per nulla favorevoli: bambini che corrono, urlano e giocano fin sui gradini della cassa armonica, campane delle chiese che suonano, orologi delle piazze che battono le ore disturbando le esecuzioni, adulti che ridono, parlano o ascoltano distrattamente e tutti gli altri suoni che interferiscono. Un vero regresso rispetto a quello che accadeva fino agli anni ’70-’80, quando, invece, l’intero paese aspettava ed accoglieva la banda come un bene culturale prezioso a cui si poteva liberamente accedere. La banda è la dimostrazione dell’efficacia del ruolo aggregante e di grande crescita, sia per chi esegue musica che per chi la ascolta. Oggi si parla tanto di comunicazione ma, di fatto, è una partecipazione fasulla, fondata su rapporti virtuali e, quindi, impalpabili. Siamo bombardati da suoni e immagini ma tutto si svolge in superficie e, invece, la dimensione sociale che la banda ha coltivato nel tempo è passata quasi sempre inosservata. Per non parlare dell’aspetto musicale. La banda è palestra di musica e di vita per i giovani che ne fanno parte. Si esibisce a cielo aperto e rappresenta uno spaccato di vita molto importante. La partecipazione delle bande musicali alle feste patronali, perciò, è solo un mezzo per fare un po’ di rumore? Davvero le bande fanno musica di serie B?. Interrogativi che fanno restare molto perplessi.
Valentina Longo