Nella galleria dei musicisti che dedicano alla musica per banda attenzione e lavoro, un ruolo di primo piano spetta al Maestro Antonio Michele Cozza. Percussioni e pianoforte lo hanno introdotto al grande mondo della banda che lo ha attratto da sempre tanto da portarlo a studiare composizione e direzione di organici musicali. Autore di marce sinfoniche ed altre composizioni per banda, Cozza, ormai, è un autore di rilievo nel panorama bandistico italiano. L’incontro con il Maestro Cozza, perciò, ci è molto gradito per approfondire anche alcune specifiche tematiche riguardanti il complesso e articolato mondo delle bande musicali.
Antonio Michele Cozza è nato 52 anni fa a Vitulazio (Caserta) e vive a Roma. Ha Iniziato a 6 anni gli studi musicali di strumenti a percussione e pianoforte presso la scuola di musica municipale di Vitulazio. In età giovanile ha suonato con gruppi cameristici e complessi bandistici. Si è esibito inizialmente con la banda musicale di Vitulazio e, successivamente, ha suonato con i concerti bandistici di Ceglie Messapica (Brindisi), Noci (Bari), Bracigliano (Salerno), Montemaggiore-Formicola (Caserta), Acerra (Napoli). Ha studiato per tre anni al liceo musicale di Acerra e poi si è iscritto al Conservatorio Musicale “San Pietro a Majella” di Napoli nella classe di strumenti a percussione e nello stesso tempo ha studiato pianoforte e composizione. E’ quindi risultato vincitore di alcune audizioni in teatri e presso istituzioni concertistiche italiane: Teatro Sinfonico di Bolzano, Orchestra Scarlatti di Napoli, Orchestra Sinfonica di Avellino, Orchestra Lirico-sinfonica del teatro San Carlo di Napoli. Ha suonato in organici musicali sotto la direzione dei Maestri Angelo Faya, Gustav Khun, Daniel Oren, Gabriele Ferro, Georges Prètre. Ha suonato, inoltre, con orchestre di musica leggera ed ha collaborato con cantautori come Peppino Di Capri, Lina Sastri, Edoardo Bennato, Lucio Dalla e Andrea Bocelli. Ha vinto il concorso di percussionista nella Banda Centrale della Marina Militare, dove presta servizio col grado di Primo Luogotenente. Dal 1999 ha iniziato l’attività di direttore di complessi bandistici e orchestrali guidando la Filarmonica Campana, l’Eco-Orchestra di Taranto e i concerti bandistici: Regione Abruzzo, Città di Campobasso, Città di Lauro (Avellino), Città di Palagianello (Taranto) e Città di Ferrandina (Matera). Ha studiato composizione e strumentazione per banda. E’ così divenuto autore di diverse composizioni per banda e per orchestra, ed ha partecipato a vari concorsi nazionali di composizione. Con la marcia sinfonica “Cuore Acerrano” si è classificato al 3° posto al concorso per marce sinfoniche “Giuseppe Pepenella” di Formia (Latina).
Con la marcia sinfonica “La Preda” si è classificato al 2° posto, con premio speciale dell’Associazione Nazionale Bande Da Giro, al concorso per marce sinfoniche “Conversano Città della Musica” edizione 2021. Allo stesso concorso di Conversano (Bari) svoltosi pochi mesi fa, nell’edizione 2023 ha riconfermato il 2° posto, con menzione d’onore e premio della giuria popolare, con la marcia sinfonica “Tripudio A Giovanni”. Tra le sue composizioni ci sono anche: “A Voi Critici”, “Omaggio A Ceglie”, “Cinziana”, “Blachiana”, “La Pescetti”.
Poichè il suo poliedrico profilo professionale colloca il Maestro Cozza in un privilegiato punto di osservazione e ascolto del panorama nazionale legato alla musica originale per banda e dei relativi organici strumentali, gli abbiamo chiesto, prima di tutto di condividere alcuni punti di forza, e pure di debolezza, inerenti il repertorio e gli organici bandistici.
-<Le bande musicali – spiega Antonio Michele Cozza – oggi hanno a disposizione un repertorio musicale costituito da un nutrito corpus di brani originali di compositori italiani e stranieri, contemporanei, come del passato. Credo che questa letteratura costituisca un’opportunità per i direttori e i musicisti delle bande per conoscere le opere di autori diversi, familiarizzare con nuovi generi e stili compositivi, prendere coscienza dell’esistenza di contesti culturali e musicali differenti. Penso, inoltre, che questo repertorio possa rappresentare lo spazio all’interno del quale sviluppare una seria discussione accademica, non faziosa, sulla realtà delle bande musicali, discussione che tenga conto di fattori musicologici, sociologici e antropologici>-.
Il mondo della banda è particolare e in questo momento in evoluzione. Un passaggio generazionale in cui occorre indicare la strada da intraprendere per non disperdere lavoro e passione. Ecco, secondo il Maestro Cozza, quali potrebbero essere, quindi, i nuovi possibili elementi da tener presenti per le nuove generazioni di ascoltatori e musicisti. -<La banda, in questo momento – sottolinea Cozza – vive un momento di grande difficoltà in particolare rispetto al ricambio generazionale sia tra i musicisti che tra il pubblico. Siamo all’interno di un cambiamento culturale molto veloce determinato da diversi fattori che ne rendono difficile la gestione. Molti pensano che solo rinnovando la proposta musicale o offrendo eventi socio-culturali si possa agire su questo processo. Io credo, invece, che le bande musicali debbano ripartire dalla propria funzione sociale, ossia quella di agenzia educativa sul territorio capace di intessere le relazioni con amministrazioni locali, scuole ed enti del terzo settore. La preparazione culturale e artistica assieme alla passione e ala sensibilità umana dei maestri e dei dirigenti chiamati a condurre le varie realtà bandistiche, sono pertanto fondamentali. La banda – aggiunge Cozza – la sua musica, il suo folklore, devono riprendersi la loro centralità nella vita comunitaria di ogni città. D’altronde se è vero che la vita senza musica sarebbe un errore, un paese senza banda sarebbe un oltraggio>-.
Ogni composizione ha bisogno di più idee, di un itinerario, di un ventaglio di colori da distribuire nel percorso affinché si trasformino in emozioni per coinvolgere l’ascoltatore. Per questo abbiamo chiesto al Maestro Cozza di spiegarci approfonditamente la genesi di “Tripudio A Giovanni”, composizione premiata, col 2° posto al concorso 2023 di Conversno (Bari). -<La notizia della prematura scomparsa del Maestro Giovanni Aiezza mi ha colto di sorpresa e in me ha creato sgomento – replica Antonio Michele Cozza – è stato un dolore immenso.
A lui ero legato da profonda stima professionale e amicizia di lunga data poiché è proprio con la famiglia Aiezza, col padre Mario Aiezza, il fratello Pasquale Aiezza e, appunto, con Giovanni Aiezza, che ho appreso i primi rudimenti musicali. Ricordo ancora le affettuose tiratine di orecchie che, a mo’ di rimprovero come di esortazione, Giovanni Aiezza mi rivolgeva quando non volevo studiare il solfeggio. Dopo un periodo trascorso per la trafila per la preparazione dell’ammissione in Conservatorio, con Pasquale Aiezza, diverse volte nella mia carriera ho poi incontrato Giovanni Aiezza, condividendo con lui esperienze artistiche indimenticabili sia con complessi bandistici italiani che con orchestre lirico-sinfoniche tra cui quella del Teatro San Carlo di Napoli e quella di Avellino.
Il forte legame – prosegue Cozza- che si era creato tra noi non era possibile esprimerlo a parole ma solo prendere la forma di un omaggio musicale. Pertanto ho voluto dedicare a Giovanni Aiezza questa mia marcia sinfonica, riportando in musica alcuni aspetti del suo carattere e della sua caratura professionale: determinato, integerrimo, socievole e gioioso ma al tempo stesso austero quando imbracciava lo strumento o discuteva di musica. Un grande musicista. Queste considerazioni sono state la fonte di ispirazione per la realizzazione dell’elemento tematico principale della marcia. Esposto per la prima volta a partire dal levare della battuta 24 nella tonalità di Fa minore e ripreso successivamente in Sol minore dal levare della battuta 68, questo elemento tematico assume un carattere marziale grazie all’accompagnamento delle percussioni e al sostegno ritmico-armonico eseguito dai bassi su ogni pulsazione. La chiusura di questa frase realizzata dal flauto e l’ottavino a battuta 27 costituisce la genesi della parte introduttiva della composizione. Realizzata nello stile della fuga essa tiene conto delle peculiarità timbriche e dell’estensione sonora che l’impianto organologico previsto in partitura offre al compositore.
Le ulteriori due idee tematiche – prosegue ancora Cozza – vengono introdotte secondo la tradizione della composizione della marcia sinfonica italiana: la tonalità maggiore, la forma ritornellata, l’introduzione di una parte contrappuntista nella ripetizione. Entrambe si articolano su 16 battute ma mentre nel primo tema, costituito dal primo ritornello, la parte melodica è affidata ai clarinetti con l’aggiunta dei piccoli e dei flicorni e la parte contrappuntistica ai baritonali, nel secondo ritornello la situazione si capovolge. In questa melodia il tema viene eseguito dalla classe dei baritonali, tra cui il flicorno tenore, strumento prediletto da Giovanni Aiezza, mentre sono i clarinetti a realizzare il controcanto. Il finale riprende il fugato introduttivo partendo dalla tonalità di Do minore per proseguire con una lunga modulazione fino all’esordio del tema conclusivo, preceduto da un colpo di piatti in battere, in Fa maggiore, affidato ai clarinetti, ai flicorni soprani e alle trombe a cui soggiace un interessante contrappunto dei flicorni tenori e baritoni. Nelle ultime quattro battute – conclude Cozza – i colpi incisivi del tamburo, realizzati con la tecnica del “rimshot”, cioè colpi a sparo, rappresentano il solenne saluto e “tripudio” al Maestro Giovanni Aiezza>-.