Risaliamo sul treno del ricordo di personaggi del passato che hanno segnato la storia delle bande pugliesi e meridionali. Avevamo interrotto il “viaggio” che ripercorre la vita di Gioacchino Ligonzo (1910-1992), grande maestro e direttore di tante bande pugliesi ma anche di orchestre teatrali, quando il musicista barese nel 1946 fu chiamato dal teatro Piccinni della sua città a dirigere alcune opere con ben 21 recite realizzate. Anche la seconda parte della storia è curata dal musicologo Pierfrancesco Galati.
GIOACCHINO LIGONZO DIVENTA UN MITO PER LE BANDE PUGLIESI
Nel luglio del 1946, in conseguenza dei disastrosi eventi post-bellici e del derivante stato di crisi in cui versò il teatro d’opera, Gioacchino Ligonzo, sollecitato da amici che lo consideravano un ottimo direttore, idoneo a operare per la rinascita dei complessi bandistici, assunse l’incarico di dirigere la banda di Noci (Ba), in quel periodo ritenuta di grande prestigio. Per circa tre anni così rimase alla guida del complesso bandistico nocese. Dopo una breve parentesi a Mesagne (Br), nel 1949 approdò alla direzione della banda di Conversano (Ba), prima affiancando e poi sostituendo il grande Maestro Giuseppe Piantoni, stroncato da un male incurabile. A Conversano, Ligonzo, raccolse grandi consensi e riconoscimenti.
Negli anni successivi fu poi alla guida del prestigioso concerto bandistico “Ernesto e Gennaro Abbate” di Squinzano (Le), dove ebbe modo di far suo tutto il repertorio che fu di Gennaro Abbate. Il grande merito di Ligonzo fu proprio quello di strumentare ex novo, le riduzioni per banda di Abbate. Le successive tappe del Maestro Ligonzo toccarono le città di Manduria, Benevento, ancora Conversano e Squinzano, Ceglie Messapica, Mottola e Francavilla Fontana. Parallelamente all’attività di direttore di banda, fu impegnato al teatro Petruzzelli Bari. Nel 1952 diresse un’apprezzata recita de La Bohème di Puccini.
Nel 1977 fu molto applaudita una rappresentazione mattutina di Elisir d’amore di Gaetano Donizetti riservata agli studenti delle scuole baresi. Il suo rapporto artistico-teatrale col Petruzzelli si chiuse sul podio con Tosca di Puccini. Memorabile, invece, fu il concerto del 22 settembre 1979, tenuto in piazza Duomo a Lecce, in occasione del “Premio Italia” concorso internazionale organizzato dalla Rai Tv e riservato ai programmi radiotelevisivi di livello mondiale. Quella sera, con diretta televisiva su Rai1, il concerto fu promosso dall’Ente del Turismo di Lecce, Gioacchino Ligonzo salì sul podio per dirigere le bande riunite di Ceglie Messapica, Lecce e Squinzano, con un organico di quasi cento esecutori. Al concerto, partecipò il grande flautista Severino Gazzelloni (1919-1992) che eseguì da solista accompagnato dalle bande riunite “Il Pastore Svizzero” di Pietro Morlacchi. Ligonzo era certosino nel preparare i suoi concerti.
Ad ogni esecuzione pretendeva perfezione dai suoi strumentisti. Una regola ferrea a cui non ha mai derogato. Se, per caso, all’ultimo momento veniva meno qualche strumentista, immediatamente trasformava la partitura adattandola agli strumenti di cui il complesso era dotato. Per l’emergenza, quindi, era sempre attrezzato. Si portava dietro fogli pentagrammati, matita e pennino. Si appartava in qualche angolo della piazza, nei circoli, o nei bar e in quattro e quattr’otto ricuciva come un sarto l’armonia perduta.
Pierfrancesco Galati
musicologo, storico della musica
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