Situazione drammatica. Anche nel 2021 non sentiremo appieno il suono delle nostre bande musicali.
Nel secolo scorso ci sono state due guerre mondiali e le feste patronali non si son mai fermate. Infatti, anche se molto in piccolo, sia pure solamente la processione accompagnata da una piccola banda, le feste patronali si sono sempre svolte. Credo che, durante la prima guerra mondiale, si sono tenute con ancora maggiore fede. L’ arrivo del corona virus, invece, ha bloccato tutto, ha fermato le feste patronali. Noi sappiamo che, per motivi storici, i concerti bandistici del Sud sono legati alle feste patronali, venendo meno queste, viene meno anche il lavoro, viene meno la stessa banda.
Inoltre, intorno alle feste patronali si è creato, nel corso degli anni, un vero e proprio indotto di lavoro, rappresentato da bande musicali, aziende di luminarie, pirotecnici e commercianti ambulanti. Ora tutti questi settori, causa pandemia, sono letteralmente in ginocchio. Nello specifico delle bande musicali da giro, anche il Maestro Riccardo Muti ha lanciato un accorato messaggio alla politica e alle istituzioni, affinchè vengano in soccorso delle bande da giro, in uanto producono lavoro per i musicisti. Con tutta probabilità anche quest’ anno osserveremo un anno di pausa, speriamo sia l’ ultimo, per scongiurare il pericolo di apatia che questo terribile virus potrebbe celare. Sarebbe la fine di una tradizione e di una storia ormai centenaria che non possiamo e non dobbiamo far finire. Le feste patronali ci aiutano anche a tramandare quei valori ai figli, alle nuove generazioni, che ormai si stanno perdendo come: identità cattolica, identità culturale, rispetto, educazione. E le feste patronali sono anche questo. Mi auguro che il 2022, quindi, possa essere un anno di forte ripresa per tutti. Paolo Addesso