La settimana Santa è un periodo dell’anno molto sentito. In particolare nel Salento e nella Provincia di Lecce in ogni paese e città piccoli o grandi che siano ci sono tradizioni particolari e riti diversi uno dall’altro. Tra i tanti che caratterizzano il vivere della Passione in questo lembo di estremo Sud ci soffermiamo su quanto avviene a Zollino piccolo centro di 1.800 anime, a 20 km da Lecce nella “Grecìa” salentina, un circoscritto comprensorio di 9 Comuni considerato un’isola linguistica ellenofona in cui si parla il dialetto grìko. Ce ne parla Pasquale Scarascia, 55enne originario di Tricase (Lecce) che coltiva da tempo la passione per la scrittura ed ha pubblicato due volumi in tema sportivo dedicati alla vita degli ultras: “Il Mio Tricase La Mia Vittoria” (Edizioni dell’Iride) e “Ti Amo Anche Se vinci”.

Zollino (Lecce) si canta la Passione di Cristo in lingua grìka
La settimana Santa, nel Salento, offre una serie di eventi legati alla tradizione cristiana tra cui la processione del venerdì Santo che si tiene per le strade di piccoli e grandi paesi della provincia di Lecce. Questo evento mi porta indietro negli anni quando da piccolo aspettavo che passasse la processione col Cristo morto. La statua della Madonna un po’ più indietro, simbolo di eterno amore e dolore, era avvolta da un’aurea di silenziosa tristezza. Tra le cose che più mi colpivano, c’erano gli uomini incappucciati, figure enigmatiche e solenni, accompagnati dal suono profondo delle tube, delle trombe e dei tromboni. Questi strumenti squarciavano il silenzio della sera con litanie struggenti, creando un’atmosfera di mestizia e sacralità che sembrava avvolgere ogni cosa. Era un momento di grande intensità emotiva, capace di unire la spiritualità al mistero. In coda, poi, arrivava la banda musicale, un’apparizione quasi ironica rispetto alla solennità del momento. Un po’ militari, un po’ autoferrotranvieri, i musicanti, con le loro cravatte disordinate e l’aspetto a volte scompigliato, con le sette note riuscivano a rincuorarmi.

una veduta di Zollino (Lecce)
Tra i tanti riti della Pasqua, dove è presente la musica ci sono quelli che si svolgono la domenica delle Palme. Nel cuore del piccolo borgo di Zollino, in provincia di Lecce, vengono eseguiti, a ridosso della settimana Santa, i riti de “I Passiuna tu Christù” (La passione di Cristo). Ogni anno, dopo la messa della domenica delle Palme, all’ingresso della chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo Apostoli, si svolgono i canti della Passione in lingua “grika”. Un dialetto grecanico parlato solo in 9 Comuni del Salento concentrati nel raggio di pochi km., che presenta elementi di greco antico, greco bizantino e italiano.

un’altra immagine di Zollino (Lecce)
Il maggior interprete della Passione cantata in grìko è stato Antimo Pellegrino, scomparso poco meno di tre mesi fa all’età di 97 anni a Zollino, paese dove è nato è vissuto “Antimino”, così lo conoscevano tutti, egli è stato lo storico cantore e il simbolo indiscusso dei canti della Passione nella grecìa salentina.

Antimo Pellegrino ultimo cantore della Passione di Cristo in grecanico
Nato nel 1927 era l’ultimo figlio di una famiglia di cantori che parlavano l’arcaica lingua grìka. E’ stato un autentico custode di questa tradizione antica, ha cantato fino a pochi anni fa, finchè le forze lo hanno accompagnato i riti di Passione in piazza ed in chiesa. Un uomo che con la sua voce ha tramandato i riti della Passione nei piccoli borghi della Grecìa Salentina e del Salento. Accompagnato da una fisarmonica e dai cantori della “Bottega del Teatro” di Zollino, la sua interpretazione era abbinata ad una gestualità coinvolgente.

“Antimino” in una foto di qualche anno fa mentre canta sul sagrato della chiesa

Antimo Pellegrino l’ultimo cantore scomparso a Zollino (Lecce)
Ascoltarlo voleva dire essere trasportati in un mondo lontano, fatto di fede e devozione. La sua voce particolare si sovrapponeva ad una melodia di poche e ripetitive note, incastonate nei luoghi della nostra civiltà. Note e parole facevano vibrare le corde del cuore. Se l’ascoltatore si poneva con il giusto atteggiamento poteva provare, con le dovute proporzioni, dolore e speranza, gli stessi sentimenti vissuti da Gesù Cristo.

un’altra immagine del cantore Antimo Pellegrino, la sua gestualità accompagnava suggestivamente il canto in griko

riconoscimenti ricevuti da Antimo Pellegrino
Un viaggio che più che culturale bisognerebbe definire spirituale. In questo caso, la parola cultura va interpretata nel suo senso più alto, quello della tradizione popolare portata avanti di padre in figlio e che, ad un certo punto della vita, diventa una vera e propria missione. Un dovere necessario per farci ricordare sempre da dove veniamo. Antimo Pellegrino è stato un simbolo di quella cultura che scuote gli animi perché emoziona, una voce della memoria che non vuole e non deve svanire.
Pasquale Scarascia
“I Passiuna tu Christù” (La Passione di Cristo)
Ce calimèra na sas ipòvo (Io vi do il buongiorno)
na sas cuntescio ce atti ppassiùna (per raccontarvi la passione)
ja possa pàtesce ce o Cristòmma (per quanto ha sofferto il Cristo)
ce ikuseteta me devoziuna. (ascoltate con devozione.)
Ambièsce lèonta o Padretèrno (Mandò dicendo il Padre Eterno)
na mas sarvesci ce ti scichì-mma (di salvare l’anima)
ce na mi ppame ci ston infièrno. (altrimenti andiamo all’inferno.)
ti ammeretèamo oli icìvi, (dovremmo andar tutti lì,)
ce Patriàrki en antardèane (non tardino i Patriarchi)
paracalònta ce to Tteòmma (pregando Iddio)
ce na shi nama sa liberescio (che abbia a liberarci)
asce ‘tto ttopo to scotinòvo. (da quel luogo oscuro.)
Satti pu apèsane o Christò-mma (Quando morì il Cristo)
ce o cosmon ècame na ttale moto (il mondo fece una tale scossa)
na subbissèsci pan ccristianòvo. (da inabissare tutti.)
Ce allergamente arte pedìa (Allegramente ora figlioli)
ia tuo cleo ma ce jelòvo (per questo piango e rido)
visèscete oli tin ghetonìa (avvisate tutto il vicinato)
ca resuscìtesce ìso Christò-mma. (che Cristo è risorto.)