L’obiettivo sui grandi Maestri e sui protagonisti delle grandi bande del passato si ferma adesso su Pietro Marmino un’altro bravo direttore di bande che ha lavorato per molti anni in Campania, Puglia, Abruzzo e Lazio. Un Maestro partito dal ruolo di clarinettista e poi approdato sul podio. Ce ne parla il musicologo e storico della musica Pierfrancesco Galati.
PIETRO MARMINO UNA BACCHETTA DI VALORE. NONOSTANTE FOSSE UN GRAN BEL CLARINETTO FU SCARTATO DALLA BANDA MILITARE PER LA BASSA STATURA MA POI SI PRESE LA RIVINCITA CON LE BANDE DA GIRO.
Pietro Marmino è nato il 29 giugno 1915 a Salerno. Dopo alcuni anni passati in un befotrofio fu adottato da una famiglia che risiedeva nel centro storico di Sarno, grosso centro della provincia salernitana che oggi conta più di 30mila abitanti, a 35 km. a nord del capoluogo. Probabilmente già in questo primo periodo di vita il piccolo Pietro Marmino manifestò le sue tendenze allo studio della musica che sviluppò in seguito diplomandosi giovanissimo in clarinetto presso il Conservatorio Umberto I° di Salerno.
La sua bravura non gli valse, però, l’arruolamento nella banda della Marina Militare a causa della sua statura. Partecipò, quindi, a vari provini per entrare nel mondo delle bande da giro e, in uno di questi fu notato dal Maestro Giuseppe Piantoni
che lo apprezzò molto e lo portò con sé alla banda di Conversano (Ba). In poco tempo Pietro Marmino, sotto la direzione attenta di Piantoni, raggiunse una tale dimistichezza con il suo strumento tanto da diventare clarinetto solista e in seguito anche capobanda artistico della complesso bandistico conversanese, così come appare scritto in una brochure pubblicitaria della banda per la stagione artistica 1949.
In seguito all’aggravamento delle condizioni di salute del Maestro Giuseppe Piantoni la direzione della banda di Conversano fu affidata a Gioacchino Ligonzo.
A tal proposito pare che a seguito di tale avvicendamento nacque un’accesa rivalità tra Marmino e il direttore d’orchestra barese. Sembra che nel corso di un concerto per una festa patronale Pietro Marmino, del tutto volutamente, iniziò a suonare senza impegno tanto da far irritare parecchio il Maestro Gioacchino Ligonzo che ad un certo punto abbandonò il podio scendendo dalla cassarmonica. Pietro Marmino a quel punto gli urlò dietro: -<Un giorno anch’io sarò Maestro!>. Gioacchino Ligonzo, non certo incline a perdonare rispose prontamente: -<Quando sarai Maestro ne parleremo caro Marmino>. Le qualità musicali di Marmino andarono quindi sempre più accentuandosi tanto che ottenne dal Ministero della Pubblica Istruzione, Ispettorato per l’Istruzione Artistica l’idoneità all’esercizio di direttore di banda. Ottenuto il lasciapassare per il podio e apprezzato dai cultori bandistici portò all’incasso nel 1951 il contratto con la banda di Castellana Grotte (Bari) a cui seguirono la banda Santa Cecilia di Taranto, quelle di Cervaro (Frosinone), Canosa (Bat), Martina Franca (Ta),
Gioia del Colle (Ba) dove rimase a dirigere per ben 13 anni,
Regione Abruzzo, Conversano (Ba),
dove aveva suonato il clarinetto alle dipendenze di Piantoni e dove diresse il complesso dal 1980 al 1982, Montemaggiore di Formicola (Caserta), S.Giorgio Jonico (Taranto)
e Sarno, dove fondò una scuola musicale sotto l’egida dell’Anbima l’associazione delle bande autonome. La sua predilezione in cassarmonica era indirizzata verso opere come Cenerentola di Rossini, Tosca e Turandot di Puccini, Lucia di Lammermoor di Donizetti e Trovatore di Verdi. Un’attenzione particolare la rivolgeva, poi, al poema sinfonico “Nella Steppa – Olanda”, composto dal violinista sarnese Raffaele Vincenti. Fu portato alla ribalta dal maestro Marmino nel 1978 quando era direttore della banda Regione Abruzzo. Dopo la sua morte nessuna banda ha più eseguito questo poema sinfonico poichè solo Pietro Marmino era in possesso, gelosamente, della partitura. Pietro Marmino è venuto a mancare il 6 gennaio 1994, alla soglia degli 80 anni. Si era recato a Vicenza per sottoporsi a un intervento chirurgico agli occhi. I suoi resti riposano nel cimitero di Sarno (Salerno) sua città adottiva che gli ha intitolato una strada nel 2014 a vent’anni dalla morte. A Marmino è anche intitolato il concerto bandistico di Sarno.
Pierfrancesco Galati