E DAVANTI LA SUA ABITAZIONE A DASA’ (VV) E’ STATA APPOSTA UNA LASTRA MARMOREA PER RICORDARE IL SUO OPERATO FATTO DI STILE, PASSIONE E GIOVIALITA’
Tra i tanti personaggi del panorama bandistico, in primo piano nel passato, di cui da tempo ci stiamo occupando con interesse e gradimento dei lettori, si colloca in prima fila, in tempi piu’ recenti, vista la sua prematura scomparsa avvenuta dieci anni fa, il Maestro Pino Natale,
musicista e direttore d’orchestra molto noto, a partire dagli anni ’80, tra le formazioni bandistiche e gli appassionati di Calabria, Puglia, Campania e Abruzzo. Quattro regioni per un totale di 16 grandi bande dirette costituiscono il percorso di un musicista che nonostante una vita purtroppo non lunghissima, ha lasciato un segno, tanti ricordi e affetto tra chi l’ha conosciuto non ultimi gli appassionati che quando una sua banda suonava in piazza erano a centinania davanti la cassarmonica. Un male incurabile ha strappato il Maestro ai suoi innumerevoli estimatori, all’eta di 66 anni, nel 2011. Antonio Giuseppe Natale detto Pino è nato a Dasà, minuscolo centro che conta poco più di mille abitanti, a 20 km. dal capoluogo Vibo Valentia, nella provincia calabrese omonima. Pino Natale era figlio d’arte, suo padre Giuseppe era musicista autodidatta ma a tutto tondo, suonava vari strumenti e poi ha diretto una scuola ad indirizzo musicale e la banda di Dasà nella metà degli anni ’50 contribuendo notevolmente alla sua rifondazione.
Negli anni ’70, poi, quella stessa banda fu diretta proprio dal figlio Pino. A soli 6 anni Pino Natale cominciò già a stupire tutti suonando il flauto piccolo.
Così venne indirizzato agli studi musicali e si diplomò brillantemente in flauto. Divenne poi docente di flauto. Nel 1964 Pino Natale venne inserito nell’organico della banda dell’Esercito Italiano come flautista. Dopo il servizio militare, invece, fece parte del quartetto di musica da camera “I Solisti Calabresi” impegnato in vari spettacoli. Con lui flautista nel quartetto c’erano il Maestro Antonio Sirignano
che in seguito sarebbe stato uno degli artefici principali per la nascita del Conservatorio Musicale di Vibo Valentia, scomparso nel 2019, suonava l’oboe, ed i Maestri Mario Sanpaolo (clarinetto) e Carlo Fortunato (fagotto).
Tornando al Maestro Pino Natale che i musicologi hanno accostato ai colleghi Gioacchino Ligonzo e Nicola Centofanti, egli è considerato uno dei grandi direttori di banda del Sud. Stile e passione non gli mancavano di certo e per questo nel 1980 è salito sul podio della banda “Ernesto e Gennaro Abbate” di Squinzano, dopo aver diretto la banda di Benevento.
Nel 1981 il grande storico complesso salentino da lui diretto ha partecipato al “Concerto per l’Europa” che venne ripreso dalla Rai. Applausi e consensi, con tanti appasionati che lo circondavano al termine delle esecuzioni per stringergli la mano, quando poi, successivamente, passò a dirigere il gran concerto bandistico Schipa-D’Ascoli Città di Lecce. Al termine della seconda esecuzione, nelle piazze particolarmente sensibili al fascino della banda, dove non mancavano sventolii di fazzoletti bianchi, oltre all’omaggio floreale al Maestro e alla banda, si assisteva anche al lancio di confetti bianchi sulla cassarmonica che sottolineavano il grande gradimento delle esecuzioni da parte del pubblico. Il suo stile inconfondibile avvicinò molti giovani alla musica della banda.
Inserì, infatti, nei repertori musiche da film e canzoni di musica leggera e ne curò personalmente i riarrangiamenti per banda. Nel 1996, tra i tanti premi ricevuti, con la banda di Montauro (Cz) vinse il 1.° premio al concorso nazionale A.m.a. Calabria.
Ha diretto, oltre quelle già citate, anche le bande di Bracigliano (Salerno), Caserta, Fisciano (Salerno), Ceglie Messapica (Brindisi), Gioia Del Colle (Bari), Castellana Grotte (Bari), Taranto, Martina Franca (Taranto), San Giorgio Jonico (Taranto), Montauro (Catanzaro), Chieti, e Tiriolo Dei Due Mari (Catanzaro).
Ad un raduno bandistico ad Oppido Mamertina (Reggio Calabria) il Maestro Pino Natale si espresse favorevolmente verso tal genere di manifestazioni. -<C’è bisogno di incentivare questi incontri, questi raduni – sottolineò il Maestro calabrese – perchè essi rappresentano per i giovani un momento importante>. Tra gli episodi più curiosi c’è quello di Acquaro (VV), durante un matinèe: Infastidito dal traffico veicolare mentre dirigeva in piazza, a cui si aggiunse un inopportuno suono di campane a distesa, lanciò la bacchetta per aria e interruppe l’esecuzione scendendo giù, infuriato, dalla cassarmonica. Si dice che nel suo studio, d’inverno, quando di norma c’è il periodo di fermo delle bande da giro, trascorresse anche 14 ore al giorno intento a trascrivere e studiare musica per la banda da lui diretta. L’ultimo concerto lo ha diretto il 30 ottobre 2010 a Bivongi (Reggio Calabria) con tanti applausi alla banda di Tiriolo (Cz) da lui diretta.
Al termine della serata, sentendo il peso della grave malattia che lo affliggeva confidò ad un amico: -<Io non devo morire perchè devo dare ancora tante soddisfazioni alla gente>. All’alba del 13 febbraio 2011 ha cessato di vivere nella sua abitazione di Dasà. Sul muro della sua casa l’amministrazione comunale di Dasà ha posto una lastra marmorea in suo ricordo.
La banda di Tiriolo, l’ultima da lui diretta, è stata intitolata al Maestro Pino Natale. Nel 2012 quella banda gli ha reso omaggio sulla tomba suonando all’interno del Cimitero.
Il Comune di Dasà, inoltre, nel 2018 ha deliberato l’intitolazione di una piazza del paese al Maestro e illustre cittadino. L’amico personale del maestro, Domenico Condino, infine, ha composto e pubblicato la poesia in vernacolo “Pe’ Pinu Natale”.
Fabrizio Carcagni
PE’ PINU NATALE
U juornu chi moriu Pinu Natale
l’aria diventau tantu scura
chi parza c’a nna vota a natura
ndi cangiau l’andazzu generale
Puru ca sapiamu i chi suffria
ndi satau u cuori dinta o piattu
e ncignamma viatu a ghira o luttu
mu cumportamu i familiari sua
Si nda jiu cu Diu nu gioiellu
nu grande patre e nu maritu oniastu
chi dint’ a società copria ‘nu puostu
assai quotatu e di bon livellu
Dirigiu in Italia, i miagghiu bandi
cu grandi strumentisti assai valenti
affabili cu tutti sorridenti
fu uomu di curtura e amicu randi
Mo’ è ghià cu d’atri sonaturi
chi si delizianu l’animi santi
e p’a prisenza d’i chji musicanti
s’a sta scialandu puru u Creatori.
Domenico Condino