Storie di bande musicali anche al Festival del Cinema Europeo che si svolge a Lecce dal 12 al 19 novembre. Ieri il festival, come per una tradizionale festa patronale che si svolge nel Salento, è stato aperto in mattinata dall’esibizione itinerante del Concerto Bandistico “Rocco Quarta” Città di Monteroni (Lecce) diretto dal M° Marco Grasso. La banda si è esibita nella centrale piazza Sant’Oronzo per poi sfilare per le vie del centro storico mentre nel pomeriggio l’esibizione con il repertorio marciabile classico dei più noti autori da Abbate a Lufrano, Piantoni, Orsomando,
è iniziato nella galleria di piazza Mazzini e poi è terminata davanti al cine-teatro Massimo, in viale Lo Re, dove alle 18 è stato proiettato in prima assoluta il film documentario “Iazz Bann” con regia di Lorenzo Zitoli e Salvatore Magrone.
I due registi hanno realizzato il docufilm dopo cinque anni di lavoro e ricerca, accogliendo il desiderio del produttore Livio Minafra, musicista e docente di pianoforte jazz al Conservatorio Musicale “Niccolò Piccinni” di Bari.
A Ruvo Di Puglia (Bari) la scuola di musica comunale era attiva sin dalla fine dell’800 ed ha avuto come guida i Maestri e frateli Antonio (1896-1988) e Alessandro Amenduni (1904-2002),
perciò molte generazioni, si sono formate in quella istituzione musicale. In particolare i ragazzi meno abbienti imparavano gratuitamente a suonare e conoscere le opere liriche arrangiate per banda ed eseguite in cassarmonica. Nel dopoguerra del secondo conflitto mondiale complice l’entusiasmo della liberazione da parte degli americani, alcuni musicisti della banda di Ruvo vennero attratti dal jazz. Famosa per i suoi strumenti a fiato così la scuola di Ruvo sfornò numerosi sassofonisti jazz e non solo che faranno parlare di sè in seguito sia in Italia che all’estero collaborando tra gli altri con Perez Prado, Alberto Rabagliati, Nicola Arigliano.
La storia raccontata nel film è un tuffo nel passato per ricordare eventi che non vanno dimenticati e soprattutto per sottolineare che la passione per la musica porta a valicare qualsiasi ostacolo. Nel film-documentario, ricco di interviste a vari personaggi della musica bandistica e jazzistica, ci sono i contributi, tra gli altri, dei Maestri Peppe Vessicchio arcinoto direttore d’orchestra al festival di San Remo e in tv,
Michele Marvulli già direttore d’orchestra e di note bande musicali pugliesi, Michele Di Puppo,
e dei musicisti Pino Minafra, Pino Di Modugno, Franco Lorusso, Mike Pellegrini, Dino Blasi, Raffaele Magrone, Franco Chiarulli, Pino De Leo, Tommaso Torchetti, Mimì Laganara, Roberto Ottaviano, Patrizia Labianca, Giuseppe Mucciaccia Vincenzo Di Gioia, Simone Durante, Vincenzo Mazzone, Giuseppe Todisco. L’originalità del titolo del film “Iazz Bann” ce lo spiega il produttore Livio Minafra. -<Con “Iazz Bann” nel vernacolo di Ruvo i nostri bisnonni che poco masticavano l’inglese – sottolinea Minafra – interpretavano il jazz sul richiamo delle jazz band che si sono formate nel secondo dopoguerra con l’arrivo degli americani che portarono questo stile musicale da noi. Jazz Band era scritto sulle grancasse dei complessi ma loro pronunciavano “iazz bann”. Il film è una storia non solo di Ruvo Di Puglia. Una storia italiana, meridionale, legata alle bande musicali, ai barbieri, dove si imparava la musica nei piccoli paesi, ai grandi musicisti che poi hanno preso seriamente la cosa e ne hanno fatto diventare un mestiere. Grandi nomi dell’epoca che purtroppo oggi sono totalmente sconosciuti>.