Steven Mead, uno dei più importanti solisti di eufonio al mondo, dal 27 al 29 dicembre scorsi ha tenuto a Lecce, presso l’auditorium del Conservatorio di musica “Tito Schipa” una Masterclass di alto perfezionamento in euphonium, lo strumento più noto in passato come “bombardino”. Il corso di alta specializzazione è stato organizzato dall’Associazione Artistica “Jonico Salentina”, in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Tito Schipa” di Lecce e con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome, sezione Puglia, ha riscosso un notevole successo. Al termine dell’interessante corso di perfezionamento abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il Maestro Steven Mead che è anche professore di euphonium al Royal Northern College of Music di Manchester, rimasto affascinato dal mare e dal sole del Salento oltre che della tradizione locale degli strumentisti a fiato.
Il Salento è terra di musicisti e in particolar modo di strumentisti a fiato, così al virtuoso eufonista di origini britanniche ma che gira il mondo per suonare ed insegnare musica, abbiamo chiesto per prima cosa un parere su questa consolidata “tradizione” salentina. -<La tradizione della musica nel Salento – ha sottolineato Mead – è un storia molto lunga, famosa ma non semplice. È necessario partire dalla fine del XIX secolo quando, a causa della crisi economica, alcuni strumentisti di euphonium si trasferirono negli Stati Uniti e diffusero la loro competenza strumentale facendo emergere la realtà delle bande del Sud Italia. La grande tradizione salentina – aggiunge poi Mead – fa si che i musicisti locali abbiano una grande responsabilità che li obbliga a prendersene cura, a preservarla e a svilupparla. Questa azione a volte è un problema, come sta accadendo nelle bande del Regno Unito, ma quando le situazioni appaiono difficili da risolvere diventano una sfida che si può affrontare, grazie alla passione degli strumentisti, per far si che divenga un percorso meraviglioso e condiviso>-.
Steven Mead è riconosciuto come una celebrità nel mondo dell’euphonium. Gli abbiamo chiesto, perciò, come, attualmente, vede la situazione in Europa e in particolar modo in Italia nel settore degli strumentisti di eufonio. -<Il mondo dell’euphonium in Europa e soprattutto in Italia, è cresciuto costantemente negli ultimi trent’anni – ha replicato Steven Mead – ovviamente anche nel Regno Unito abbiamo ottimi strumentisti di euphonium, la maggior parte dei quali impegnati nelle più importanti Brass Band della nazione. Giova ricordare la tradizione inglese che risale almeno a centocinquanta anni fa. Paesi come Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Francia, Scandinavia, poi, hanno una lunga tradizione che ha consentito loro di raggiungere eccellenti qualità esecutive. Germania, Austria e Spagna hanno di recente, invece, sviluppato l’attenzione verso questo strumento. In Italia, dove opero da circa venticinque anni per contribuire al miglioramento della tecnica esecutiva, ho assistito ad una crescita notevole di circa sei-otto talentuosi strumentisti i quali, si sono inseriti nelle prestigiose bande militari italiane e, contemporaneamente, è cresciuta la popolarità per l’euphonium in tutto il mondo musicale italiano. Si tratta di una nuova rinascita generazionale del panorama italiano strumentale. Spero che questo successo si consolidi nel tempo. Ora c’è bisogno – ha aggiunto Mead – che alcuni Conservatori musicali italiani aprano le porte all’euphonium per attirare buoni insegnanti, incoraggiare gli allievi attraverso nuovi repertori e simultaneamente offrire opportunità di esibizioni che diano una paritetica posizione con strumenti affermati come il trombone e il basso tuba. Perciò, l’enorme lavoro svolto negli ultimi vent’anni da parte di tanti eufonisti mi fa ben sperare>- Abbiamo chiuso l’incontro con il Maestro britannico chiedendogli dare consigli e suggerire strategie affinché le orchestre di fiati, le bande, possano sopravvivere al particolare momento che stiamo vivendo. -<La pandemia coinvolge tutto il mondo – sottolinea Steven Mead – siamo stati particolarmente colpiti dalle restrizioni legate ai concerti ed è necessario riconquistare il pubblico e non perdere i contatti con le nuove generazioni di musicisti che rischiano di perdersi e, conseguentemente, potrebbero abbandonare qualsiasi pratica strumentale. Occorre un nuovo progetto affinché si incoraggino le nuove generazioni a continuare lo studio dello strumento e si sentano coinvolti in un gruppo musicale. Serve pure motivare i musicisti con innovativi progetti che coinvolgano il pubblico con l’intrattenimento da casa, mediante internet o la televisione. La gente ha perso il piacere di ascoltare una banda. Dobbiamo organizzare nuove orchestre di fiati ed essere presenti sui social, come ad esempio YouTube, affinché la gente possa verificare che il nostro lavoro sta continuando con una nuova efficacia legata all’aggiornamento e alla modernizzazione. I prossimi cinque anni dovranno essere utilizzati per far divertire il pubblico soprattutto sui social e con una pubblicità rivitalizzante, mai fatta prima, nell’intento di proporre il nuovo lavoro della banda e diffonderlo ovunque>-.
Antonio Martino
Si ringrazia il Maestro Alessandro Quarta per la fattiva collaborazione.